A Cuba va in scena la protesta degli artisti
Non piace l'unificazione delle due monete: "Dateci pane e libertà"
Il clima è pessimo, confermano da Cuba. Aria pesante, molti controlli, fermi, arresti. L' isola si prepara a una nuova stretta in vista dell' unificazione delle due monete, il peso cubano e il peso convertibile, in un' unica valuta: una mossa che renderà poverissimi quanti erano già poveri. In questa atmosfera tesa ma anche carica di speranze per l' arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca, cresce un dissenso sul quale il governo de l' Avana preferisce non infierire per evitare che si trasformi in un movimento di rivolta senza controllo. Un primo risultato, comunque, il collettivo San Isidro, gruppo di cantanti, artisti, intellettuali e docenti, lo ha ottenuto. Cuba e poi il mondo ne hanno parlato.
Hanno raccontato della sua battaglia a favore della libertà di espressione, dello sciopero della fame che una decina di aderenti ha sostenuto per due settimane, delle incursioni della polizia, degli arresti. Resta la traccia lasciata da questa associazione a cui ha fatto riferimento anche la conferenza episcopale di Cuba: un invito al dialogo, alla tolleranza, a che «le cose cambino in meglio e in pace», che «l' onere di procurarsi il cibo diventi una serena condivisione del pane quotidiano come famiglia», e «che la violenza, il confronto, l' insulto e la squalifica siano evitati per creare un ambiente di amicizia sociale e fratellanza universale, come ci invita a fare Papa Francesco».
Il comunicato dei vescovi non è solo legato al Natale. Diventa una presa di posizione nei confronti del Movimiento San Isidro e di ciò che rappresenta. Nato nel 2018 sull' onda della campagna che si opponeva al decreto 349, varato per limitare l' arte indipendente, il collettivo ha vissuto fasi di duro scontro e di felice espressione. L' arrivo del wifi e delle rete ha amplificato le iniziative, improntate alla satira: dal bambino Gesú allestito nel presepe alternativo dove appariva Fidel Castro seduto vicino ai suoi storici oppositori, alla protesta per la rimozione del busto del martire comunista per fare spazio a un hotel di lusso. Fino all' allestimento di una biennale di arti plastiche alternativa. Mostre e iniziative subito interrotte. Spesso in modo brutale, altre con contromanifestazioni con giovani artisti e rapper legati alla Cuba comunista. Ma quando una decina di attivisti del Movimiento hanno intrapreso uno sciopero della fame per sapere che fine aveva fatto il cantante rap Denis Solís, condannato a 8 mesi di carcere per aver reagito a un' incursione della polizia, ecco scattare la repressione.
Il risultato è che la protesta si allarga, coinvolge figure di spicco dell' università, scrittori, registi, attori e altri artisti e musicisti. Scendono in piazza, chiedono maggiore libertà. Nella parola e nelle espressioni artistiche e musicali. La polizia evita di intervenire ma sul web comincia l' opera di delegittimazione. Sono reazionari, con legami a Miami e alla cerchia degli esuli. «Gruppuscolo controrivoluzionario, agenti di un governo straniero», vengono definiti. Accuse ricorrenti, che cercano di liquidare sentimenti molto più diffusi tra una popolazione stremata da un blocco economico atroce. Cuba si divide. Come sempre. (La Repubblica)
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